Per gentile concessione di Brandforum, condividiamo un approfondimento di Alessandro Dagasso (Studente IED e membro dell'Osservatorio) dedicato alla trasformazione degli Hotel in Slow Spaces.
"Alberghi a misura di creativi" (Link diretto: http://www.brandforum.it/papers/1464/alberghi-a-misura-di-creativi)
Connettività, condivisione
e velocità sono le keywords che, in questi ultimi anni, sono sulla
bocca di tutti. In un mondo che va sempre più veloce ed è sempre connesso,
c’è la possibilità che i valori veri vengano a mancare, si perdano e ci si
concentri solo su “realtà” virtuali.
Il
digital è lo strumento di comunicazione del momento: brand, ma anche
utenti, puntano ad
una comunicazione online rispetto a quella classica fatta
di momenti da vivere. Ma c’è un settore che sta cercando di portare nella
realtà (quella vera) tutti questi valori e questi fondamenti: quello alberghiero.
Gli
alberghi, di per sé, sono luoghi in cui la gente va per rilassarsi e riposare,
staccare da quella che è la solita routine. Ma fino a che punto la gente vuole
realmente “staccare” quando la prima cosa che chiediamo quando entriamo in un
hotel all'estero è “Sorry sir, can I have the Wi-fi password?”
Per
evitare che gli ospiti siano sempre attaccati allo smartphone, oppure che
facciano gli hipster con un caffè lungo mentre lavorano al mac ascoltando musica
lounge, è stata attuata una vera e propria azione di branding per quanto riguarda gli spaces.
Ecco
che quelli che noi eravamo abituati a chiamare semplicemente “alberghi”
diventano degli slow
spaces: spazi innovativi, pensati appositamente per la generazione
y (più semplicemente Millenials) volti alla socializzazione e alla condivisione
di momenti reali.
Una
della prime catene ad aver preso parte al movimento slow è proprio una tra
le più storiche e famose a livello internazionale, Hilton. Tru by Hilton è
una catena spin-off del noto brand il cui obiettivo è quello di rinnovarsi:
aperto a tutti, l’albergo (se
così possiamo ancora chiamarlo) mira
alla socializzazione tra la persone che vi soggiornano grazie
a uno spazio open space, a palestre, piscine , play zone con giochi da tavola e
schermi giganti.
Insomma,
più che un albergo si può dire che sia stato ideato un vero e proprio punto di
ritrovo per i giovani, con tante attività diverse da fare. Per chi vuole c’è
anche la possibilità di gustare prodotti biologici nell'apposito bar aperto
24h. Anche in Italia abbiamo degli esempi di alberghi a misura di Millenials.
Il Moxy,
per esempio, si trova a fianco dell’aeroporto di Malpensa e si presenta come
uno spazio a metà tra una boutique di moda e una discoteca.
Pensato
appositamente per quelle persone che fanno uno scalo di una notte ma che non
vogliono comunque rinunciare al divertimento e alla trasgressione. E pensare
che le camere si aprono con lo smartphone invece della chiave. Una notte da
leoni vi dice niente?
A
Torino invece troviamo il Golden
Palace, un hotel di lusso che una volta a settimana adibisce la
sua terrazza a feste per i giovani del capoluogo piemontese. Palestra,
centro benessere e convention sono solo alcune delle attività che propone
il Golden al pubblico, non necessariamente cliente della struttura. La vera
natura di questi brand, ovvero quella di offrire un servizio alberghiero,
sembra passare in secondo piano.
Il target a cui si rivolgono questo genere di alberghi sono sicuramente
un’élite: giovani manager, creativi, blogger, ragazzi con un alto potere
d’acquisto il cui scopo è quello di divertirsi e godersi il
momento. Cocktail party in terrazza e feste in piscina sono il genere di
divertimento a cui puntano questo tipo di consumatori.
In conclusione, sempre
più catene di alberghi stanno abbracciando il movimento slow,
cercando di favorire il contatto umano e le pubbliche relazioni dei loro clienti. In un’epoca in cui la velocità è all'ordine del giorno, sia per i
ritmi lavorativi sempre più frenetici ma anche per quanto riguarda il mondo del
digital che fa sempre più da padrone, è necessario fermarsi un attimo e
godersi il momento.
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