“Presto che è tardi! È tardi, sai? Io sono già in mezzo ai guai!
Neppure posso dirti "ciao": ho fretta! Ho fretta, sai?”
Intervista a Patrizia Musso, Fondatrice e Direttrice di Brandforum.it
Così esordiva nei lontani anni ’50 un personaggio di un noto film di Walt Disney (Alice nel paese delle Meraviglie, nato nel 1862 dalla fantasia dello scrittore Lewis Carroll) che mi ha sempre affascinata: il Bianconiglio, un buffo, rotondo, coniglio con tanto di panciotto e con un grosso orologio a cipolla in mano.
Correva, allora, per rispondere alle aspettative della sua boss-la Regina di Cuori, pronta a tagliar teste a chiunque non rispettasse i suoi desideri. E Alice, con il suo disarmante pacifico sguardo, non riusciva a trovar ragione di cotanto stress..
Un po’ come un’Alice 3.0, da qualche anno a questa parte provo a guardare il mondo delle imprese con lo stesso approccio: perché dobbiamo continuamente tutti correre?
Le persone-Bianconiglio mi rispondono come negli anni ’50, palesandomi la presenza di tanti brand-Regine di cuori: i mercati sono dinamici, l’evoluzione è continua… Ma, dal mio punto di vista, essere #slow - quindi avere il coraggio di rallentare a livello organizzativo - non significa né fermarsi né non essere in grado di stare al passo con il cambiamento. Vuol dire invece trovare, tutti, una modalità di lavoro più a misura d’uomo. Tutti siamo stufi di correre, sottoscritta compresa. Tutti sogniamo di avere più tempo, per far meglio (non meno) le cose.
E allora ben vengano le aziende che oltre a contemporanee dinamiche di welfare (maggiordomo aziendale, asili interni, orari di lavoro flessibili, volontariato aziendale, corsi di yoga e pilates….), mettono in campo momenti di riflessione (quindi trovano “nuovi” tempi) anche per discutere di tematiche che vanno ad accrescere il senso del progetto di vita lavorativa (futura o attuale).
Proprio questo è uno degli elementi - a mio parere - chiave dell’essere (anche offline) uno #SlowBrand, visto il già elevato tempo dedicato alle conversazioni fra aziende/persone nel mondo online.
Dal mio punto di vista, quindi, essere marcati come “organizzazioni lente” diventa un complimento, motivo di orgoglio, e apre una nuova prospettiva di business-etico alle imprese del futuro. Non a caso, dal 2015, brandforum.it promuove un evento culturale inedito: lo Slow Brand Festival realizzato in collaborazione con Bruno Contigiani, Fondatore dell’Associazione L’Arte di Vivere con Lentezza Onlus.
Si tratta di un momento di dibattito aperto, che si propone anche di festeggiare e premiare quei brand, grandi e piccoli, che con coraggio e lungimiranza cercano di allontanarsi dal modello del brand Regina di Cuori per abbracciare un nuovo senso d’impresa, pur senza dimenticare il senso di profitto che le anima. Esser #slow non significa certo trasformarsi nella Croce Rossa, rischiando di cadere nella storpiatura moderna del green washing, ma nel guardare alle persone che compongono il dna delle imprese, come tali: persone, non solo numeri.
Nelle passate edizioni abbiamo visto che i modi per essere #slow sono tanti e diversificati, da tarare secondo la personalità di ciascun brand. Non esiste una ricetta unica per tutti, ma tante aziende, con coraggio, possono trasformarsi in eccellenti #SlowBrand, con la complicità di AD e Presidenti in grado di creare modelli di leadership “illuminati”.
Proprio all’interno di questo solco si inseriscono gli #SlowBoss: persone che a prescindere dal grado di anzianità aziendale, sono accomunati dal possedere un’elevata (e naturale) capacità di Leadership #slow, in grado di tenere i ritmi veloci e - quando serve - di introdurne di lenti (dedicati persino a momenti o eventi ludici!), che sanno essere gentili e sanno ascoltare le proprie persone anche seguendo una logica bottom-up.
Se conoscete qualche "capo lungimirante" potete segnalarlo tramite l'apposito form anonimo: http://bit.ly/SBF018_SlowBoss
Il più votato, dalla rete e dalla Giuria Tecnica, sarà premiato durante l'evento del 29 maggio! #SBF018